
Con il termine “malattie sessualmente trasmissibili” (spesso abbreviato con le sigle MST o IST) si intende un cappello di condizioni e patologie infettive diffuse trasversalmente e che, se non trattate correttamente, possono dare luogo a sintomatologie acute o croniche anche molto gravi. Secondo quanto riportato dal Ministero della Salute, la fascia d’età più colpita dalle IST è quella dei giovani tra i 15 e i 24 anni.
Per quanto riguarda il numero delle malattie sessualmente trasmissibili, si conoscono oggi oltre venti patogeni che generano una trentina di casi clinici. In molti casi, le IST sono essenzialmente asintomatiche, e dunque invisibili: come è facile intuire, tale assenza di sintomi incrementa la possibilità che le infezioni vengano diffuse ad altri individui e che possano aggravarsi in quelli già colpiti, generando cronicizzazioni. Nei casi più severi, le IST croniche possono portare a conseguenze estremamente impattanti sia in termini di funzione riproduttiva, dando luogo a condizioni di infertilità, sia trasmettersi al feto nel corso della gravidanza (trasmissione verticale).
Va inoltre ricordato il pericoloso legame che esiste tra le malattie sessualmente trasmissibili e il virus dell’HIV: i soggetti che soffrono di IST sviluppano infatti un rischio maggiore di contrarre o trasmettere il virus dell’immunodeficienza umana a causa delle infezioni che spesso si sviluppano nell’area genitale. Non è un caso che l’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomandi il test dell’HIV a tutte le persone portatrici di IST.
Come avviene la trasmissione delle IST?
Il termine “malattie sessualmente trasmissibili” lascia facilmente intuire quale sia la principale modalità di trasmissione di queste condizioni. Tuttavia, gli agenti patogeni responsabili delle IST (una trentina tra virus, batteri, protozoi e parassiti) non vengono trasmessi soltanto con qualunque tipo di rapporto sessuale (vaginale, anale, orale) attraverso il contatto con liquidi organici infetti (saliva, secrezioni vaginali e sperma) ma anche in altre modalità.
Possono essere infatti trasmessi anche attraverso il sangue, per esempio tramite il contatto con ferite, con le trasfusioni ematiche, lo scambio di siringhe, l’applicazione di piercing oppure i tatuaggi, nonché naturalmente attraverso trapianti di organi o di tessuto. Anche il contatto diretto della cute nella zona genitale, delle mucose genitali, anali e orali di una persona infetta rappresenta una possibile fonte di trasmissione.
Inoltre, come già accennato, le malattie sessualmente trasmissibili possono passare direttamente dalla madre al feto – così come al neonato – durante la gravidanza, il parto e l’allattamento: è il caso in particolare di IST quali l’herpes genitale, la clamidia, la gonorrea, la sifilide e l’epatite B.
I dati del Ministero della Sanità e dell’Istituto Superiore della Sanità sulle malattie sessualmente trasmissibili
In un resoconto pubblicato nell’estate del 2020, l’Istituto Superiore della Sanità ha indicato che le malattie sessualmente trasmissibili hanno subito un incremento pari al 40% negli ultimi 27 anni, con l’impennata più notevole riscontrata tra il 2000 e il 2018. Anche al momento attuale si presentano in aumento e in alcuni casi raddoppiate o addirittura triplicate nel caso della popolazione maschile.
I dati resi noti dall’ISS provengono dalle ricerche del Centro Operativo AIDS, ed evidenziano un sensibile aumento dei casi di infezione da Chlamydia trachomatis (30% in più nel 2018 rispetto al solo 2017) in particolar modo nei giovani tra i 15 e i 24 anni: il loro rischio di contrarre questa patologia risulta infatti triplicato rispetto a persone di età superiore.
Sono inoltre raddoppiati negli ultimi tre anni i casi di gonorrea, mentre triplicati dal 2000 risultano i condilomi ano-genitali, seppure il loro incremento sembri essersi stabilizzato negli ultimi quattro anni: la ragione è quasi certamente da addursi alla disponibilità e alla sempre maggiore diffusione della vaccinazione anti-HPV.
La sifilide, per lungo tempo considerata praticamente scomparsa, è invece ancora molto presente e risulta raddoppiata dal 2000 al 2018 sia negli uomini eterosessuali che nelle donne. Un incremento delle infezioni pari a dieci volte si è registrato invece nel caso dei cosiddetti “MSM” (maschi che hanno rapporti sessuali con altri maschi). La diffusione dell’herpes genitale si presenta anch’essa in lieve aumento.
Le buone notizie riguardano prevalentemente i contagi da HIV, che dopo un picco registrato nel 2016 appaiono ora in diminuzione in Italia. Tuttavia, a conferma di quanto accennato in precedenza in questo articolo, si riscontra che la prevalenza del virus di HIV è circa cinquantacinque volte più alta tra gli individui che già soffrono di malattie sessualmente trasmissibili.
In termini più globali, il Ministero della Salute segnala che in tutto il mondo vengono contratte ogni giorno oltre un milione di infezioni a trasmissione sessuale. Sui 376 milioni di nuove infezioni registrate ogni anno, una su quattro risulta sessualmente trasmessa: ci riferiamo in particolare a clamidia, gonorrea, sifilide e tricomoniasi.
Per quanto riguarda l’infezione genitale da herpes simplex, si stima che abbia colpito almeno cinquecento milioni di persone, mentre nel solo 2016 erano ben 988 mila le donne in gravidanza affette da sifilide: tale condizione ha avuto come conseguenza più di 350 mila esiti avversi alla nascita (di cui 200 mila morti neonatali o bambini nati morti).
Prevenzione e diagnosi tempestiva: essenziali nella gestione delle malattie sessualmente trasmissibili
In considerazione dei numeri allarmanti finora illustrati è facile comprendere il ruolo centrale giocato da prevenzione e diagnosi tempestiva nella lotta alle malattie sessualmente trasmissibili.
Specialmente dati il loro decorso spesso asintomatico e il quadro clinico frequentemente aspecifico, le IST dovrebbero essere gestite soprattutto a monte con un’adeguata opera di informazione e di educazione a comportamenti sessuali responsabili, in particolar modo nelle fasce d’età più giovani e più a rischio: dall’utilizzo del preservativo alla possibilità di usufruire delle vaccinazioni attualmente disponibili, fino naturalmente alle buone pratiche di igiene intima quotidiana.
Tra i vaccini risulta particolarmente raccomandato – specialmente per le donne in giovane età – quello contro l’HPV (Papillomavirus) che non solo previene l’infezione ma può contribuire a ridurre anche la comparsa di tumori al collo dell’utero. La somministrazione di questo vaccino è preferita nel dodicesimo anno di età, sia per soggetti di sesso femminile che maschile.
È poi disponibile il vaccino contro l’epatite B, suggerito soprattutto per i soggetti con sospetta infezione e raccomandato “in tandem” con quello contro l’epatite A per gli individui soggetti a comportamenti a rischio.
Ad oggi, la principale arma di difesa contro le IST rimane comunque il preservativo, molto efficace non solo per limitare o evitare le infezioni attraverso i liquidi organici ma anche quelle da semplice contatto, come avviene nel caso di herpes genitale, HPV, ulcera molle e sifilide.
Infine, la diagnosi delle malattie sessualmente trasmissibili avviene oggi con l’ausilio di appositi test, molto accurati: il PAP test o l’HPV-DNA test per la diagnosi da Papillomavirus nei soggetti dai trent’anni di età in poi; la ricerca di anticorpi nel siero per la diagnosi di epatite B; i test rapidi contro HIV e sifilide, semplici da utilizzare, poco costosi e piuttosto affidabili, oltre che in grado di fornire risultati in meno di mezz’ora.