
L’acne è una patologia infiammatoria multifattoriale che coinvolge ormoni, genetica, microbiota e stile di vita. Oltre ai trattamenti topici e farmacologici, oggi numerose evidenze scientifiche suggeriscono che l’alimentazione e l’integrazione alimentare possano rappresentare un valido alleato nel favorire il benessere della pelle a tendenza acneica.
Acne e integratori: perché utilizzarli?
Numerosi lavori di ricerca, alcuni molto recenti1, hanno messo in luce come una dieta sbilanciata o carente di nutrienti specifici incida sull’intensificarsi dei segni dell’acne. È stato osservato, ad esempio, che il consumo frequente di latticini, cioccolato e alimenti ad alto indice glicemico promuova l’insorgenza di comedoni, papule e pustole.
Un altro dato importante riguarda i deficit nutrizionali tipici delle persone con tale patologia, come la carenza di acidi grassi omega-3, noti per le loro proprietà antinfiammatorie.
Tuttavia, gli impegni di ogni giorno e i ritmi lavorativi sempre più frenetici rendono molto difficile seguire un’alimentazione completa ed equilibrata.
In questi casi, gli integratori nutraceutici possono offrire un valido supporto, fornendo all’organismo nutrienti che spesso fatica ad assumere, incluse sostanze con proprietà benefiche per la pelle.
Acne e probiotici: uno strumento in più
Quello del microbiota (l’insieme dei microbi che vivono in simbiosi con un certo apparato dell’organismo) costituisce un tema al centro dell’attenzione di scienziati e medici.
In particolare, grande interesse si rivolge al microbiota intestinale, poiché su di esso agiscono in modo diretto i probiotici.
Sempre più integratori contengono, infatti, probiotici, cioè ceppi batterici che, resistenti agli acidi gastrici, riescono a colonizzare l’intestino e a svolgere una funzione riequilibrante la flora microbica locale, favorendo processi come la digestione dei cibi, la sintesi di vitamine e la funzionalità della risposta immunitaria.
La maggior parte dei distretti corporei ospita, però, un proprio microbiota!
Pelle inclusa, a tal punto da risentire fortemente degli effetti negativi indotti qualora insorgesse una disbiosi (modifiche della composizione della popolazione microbica), causate di frequente dalla proliferazione eccessiva di specie dannose (Cutibacterium acnes, che svolge un ruolo fondamentale nella patogenesi dell’acne).
Intestino e Pelle parlano tra loro
Come può un probiotico, che si assume per via orale e agisce nell’intestino e sul suo microbiota, essere utile nella gestione di una pelle a tendenza acneica?
Negli ultimi anni, l’attenzione della ricerca si è concentrata sull’interazione tra intestino e pelle, descritta come asse intestino-pelle.
In realtà, nel nostro corpo non esistono sistemi e apparati completamente isolati, dato che, al contrario, sono in comunicazione tra loro. Intestino e pelle sono come due stazioni collegate da binari che, nella nostra metafora, sono rappresentati dal microbiota intestinale!
Disbiosi e acne: un circolo vizioso
Quando l’equilibrio del microbiota intestinale si altera, ne risente anche la pelle.
La disbiosi intestinale può portare a un’attivazione anomala del sistema immunitario e a uno stato infiammatorio che può diffondersi sulla cute, evenienza decisamente da evitare quando si parla di acne. Questa risposta infiammatoria impatta anche sul microbiota cutaneo, detto dermobiota, provocandovi una disbiosi e vanificando, di conseguenza, le sue proprietà di supporto alla salute cutanea.
Infatti, una disbiosi cutanea spesso comporta diverse conseguenze, estremamente pericolose in chi soffre di acne, tra cui:
- Perdita del normale pH basso (acido) della pelle
- Riduzione della funzione barriera cutanea
- Proliferazione del batterio Cutibacterium acnes (stimolata da un pH più elevato)
- Incremento delle citochine pro-infiammatorie
- Aumento del sebo, dovuto all’iperattività di una proteina coinvolta nella sebogenesi, la SREBP-12
Uno studio del 2018 ha proprio evidenziato che un’alta percentuale di soggetti con acne presentava alterazioni significative dell’insieme dei microbi dell’intestino3.
Integratori, acne e Lactobacillus rhamnosus: non tutti i probiotici sono uguali
Nel vasto mondo del microbiota, la ricerca scientifica è, per certi aspetti, ancora agli albori, tant’è che sono ancora poche le prove scientifiche solide che permettano di identificare probiotici realmente utili per la salute.
Solo alcuni probiotici hanno dimostrato effetti mirati sul benessere della pelle. Tra questi spicca il Lactobacillus rhamnosus, un batterio appartenente al genere dei Lactobacilli, che comprende molte delle specie benefiche più diffuse sul corpo umano.
In particolare, il ceppo batterico Lactobacillus rhamnosus SP1, come si evince in uno studio clinico4 del 2017 effettuato su pazienti con acne, è capace di:
1. Ripristinare disbiosi intestinali associate ad elevate concentrazioni di insulina (fattore scatenante la patologia).
2. Ripristinare disbiosi cutanee associate a errato controllo del pathway mTOR e FOX01, due strutture proteiche in grado di influenzare la produzione di sebo, l’iper-cheratinizzazione e la risposta agli ormoni androgeni (tutti eventi coinvolti nella formazione delle lesioni acneiche).
Promuovendo il riequilibrio del dermobiota, Lactobacillus rhamnosus SP1 aiuta, quindi, l’organismo a ripristinare dei meccanismi di difesa rispetto alla comparsa dei segni dell’acne.
1. Conforti, C. et al. Acne and diet: a review. Int. J. Dermatol. 61, 930–934 (2022).
2. Melnik, B. C. Linking diet to acne metabolomics, inflammation, and comedogenesis: an update. Clin. Cosmet. Investig. Dermatol. 8, 371–388 (2015).
3. Deng, Y. et al. Patients with Acne Vulgaris Have a Distinct Gut Microbiota in Comparison with Healthy Controls. Acta Derm. Venereol. 98, 783–790 (2018).
4. Fabbrocini, G. et al. Supplementation with Lactobacillus rhamnosus SP1 normalises skin expression of genes implicated in insulin signalling and improves adult acne. Benef. Microbes 7, 625–630 (2016).