Urea: diverse concentrazioni, diverse proprietà. Perché si aggiunge nelle creme cheratolitiche?
   09/23/2025 09:30:00
Urea: diverse concentrazioni, diverse proprietà. Perché si aggiunge nelle creme cheratolitiche?

Una sostanza presente nell'organismo umano

L’urea è una molecola dalle molte sfaccettature. Nonostante già nel 1773 se ne fosse scoperta la presenza all’interno del corpo umano, per lungo tempo i ricercatori non sono riusciti ad attribuirle alcuna funzione.

Solo più tardi, con l’avanzare della tecnologia scientifica, si comprese il suo ruolo: è un prodotto del metabolismo degli aminoacidi.

Infatti gli aminoacidi possono essere metabolizzati per ricavare energia, ma con un costo: la pericolosa formazione di ammoniaca, in grado di alterare il pH del sangue.

Per evitare che si accumuli, il fegato e i reni la trasformano proprio in urea, meno tossica e adatta a essere escreta.

Uso esterno: idratazione e protezione della pelle

L’urea non svolge funzioni solo all’interno del corpo: è anche un componente fondamentale del NMF (Natural Moisturizing Factor), il “fattore idratante naturale”, un insieme di proteine e sali minerali che aiuta la pelle a trattenere l’acqua.Grazie alla sua struttura chimica altamente idrofila, l’urea:

  • Attira acqua, mantenendo l’idratazione cutanea
  • Previene secchezza, irritazioni e prurito
  • Rinforza la barriera idro-lipidica della pelle

Ma i suoi benefici non finiscono qui. In base alla concentrazione, l’urea può agire anche da esfoliante e cheratolitico, rendendola un ingrediente chiave nei trattamenti contro ispessimenti cutanei e ipercheratosi.

Gli ispessimenti cutanei: cosa sono?

Come suggerisce il nome stesso, un ispessimento cutaneo consiste in un aumento dello spessore della pelle, che può verificarsi in uno qualsiasi dei suoi tre strati: ipoderma, derma ed epidermide.

Mentre gli ispessimenti dei primi due sono i più gravi e sono generalmente dovuti a malattie genetiche, quelli dell’epidermide – lo strato più superficiale – compaiono con elevata frequenza. Sono dovuti a un’eccessiva stimolazione delle cellule tipiche di questo strato, cioè i cheratinociti, che sono spinti a proliferare e a rilasciare il materiale costituente l’area ispessita.

  • La comparsa dei calli è dovuta a un prolungato stress meccanico (sfregamento, contatto continuo con oggetti) su una certa zona del corpo.
  • Anche i duroni sono provocati da stimolazioni continue, ma sono più grandi e per svilupparsi devono avere una base d’appoggio, interessando, quindi, per lo più mani e piante dei piedi.

Si può identificare un meccanismo di base, detto di ipercheratinizzazione:

  1. Stimolazione e proliferazione dei cheratinociti.
  2. Aumento della loro trasformazione in corneociti, cellule inerti che si depositano progressivamente sulla superficie dell’epidermide.
  3. Rilascio eccessivo di cheratina, proteina che forma l’impalcatura dell’epidermide, la quale riempie gli spazi tra una cellula e l’altra e ispessisce la pelle.

L’ipercheratinizzazione non interviene solo con calli e duroni… Spesso, infatti, un ispessimento (o ipercheratosi) rappresenta la manifestazione visiva di patologie cutanee, come:

  • Psoriasi. Patologia cronica di natura infiammatoria. Nel 90% dei casi1 insorge nella forma a placche (nota come psoriasi volgare), caratterizzata da ispessimenti con contorni netti e ben delimitati, molto pruriginosi e sormontati da squame argentee, residui di corneociti.
  • Ittiosi. Disturbo genetico o acquisito, con pelle secca e a “squame di pesce”. I segni clinici dell’ittiosi ricordano, infatti, le squame di un pesce, in particolare per via dei numerosi ispessimenti che si alternano a zone di cute sana. Oltre alle ipercheratosi, altri segni clinici includono desquamazione, eritema, prurito, infezioni ricorrenti e alterazioni della sudorazione2.
  • Cheratosi pilare. Disturbo di natura benigna che interessa i follicoli piliferi, nei quali si formano dei rilievi, duri al tatto e ricchi di cheratina3. Sono circondati, in senso radiale, da un’area di eritema. Può svilupparsi anche su aree estese.

Come agisce l'urea?

L’aumento dello spessore dello strato corneo compromette la struttura e la funzione della barriera cutanea, portando a una ridotta capacità della pelle di trattenere acqua.

Pertanto, ogni zona interessata da ispessimenti o da ipercheratosi è anche una regione con secchezza e xerosi, incidendo ulteriormente sui fastidi percepiti dal paziente.

Ogni prodotto indicato per il trattamento delle ipercheratosi deve intervenire essenzialmente su due fattori:

  • Contrasto alla secchezza
  • Riduzione dello spessore dell’epidermide

L’urea è un prodotto che si presta a questa duplice attività:

  • Concentrazioni “basse” (2-10%). Azione esclusivamente idratante-umettante. Depositandosi sulla pelle, l’urea reintegra eventuali carenze del NMF, attirando acqua e ripristinando i corretti livelli di idratazione.
  • Concentrazioni “alte” (10-40%). Incrementandone il dosaggio, l’urea esercita un’azione esfoliante-cheratolitica sempre più intensa. Cosa significa? L’urea è in grado di ridurre lo spessore di una cheratosi allontanando i corneociti in eccesso, che abbandonano la pelle come fossero foglie secche (da qui “esfoliante”). In che modo? L’urea instaura delle particolari interazioni – dette ponti a idrogeno – con le cellule che compongono l’ispessimento, ancorandole a sé e creando una sorta di complesso, che sarà rimosso con un lieve massaggio o con il semplice lavaggio. Inoltre, l’urea agisce direttamente sulla cheratina e ne favorisce la lisi, così da far venire meno il cemento che tiene uniti i corneociti di un ispessimento4. È un effetto che dipende dal dosaggio, perciò vale la proporzione: più urea, più esfoliazione!
  • Concentrazioni “molto alte” (40-50%). Ispessimenti cutanei parecchio pronunciati possono compromettere l’assorbimento di farmaci topici, creando una barriera che ne ostacola la penetrazione. In casi simili, è necessaria una forte azione cheratolitica, per facilitare il passaggio di un principio attivo attraverso la pelle. È una situazione frequente nei soggetti con psoriasi, cui spesso viene prescritto betametasone per via topica.

Dermosile: diverse concentrazioni di urea per ogni esigenza

Il trattamento delle ipercheratosi è essenziale per migliorare la qualità di vita di un paziente. Calli, duroni e squame non sono fastidiosi solo per il prurito o il dolore che provocano, ma possono anche impattare sull’aspetto di una persona.

La linea Dermosile di Cieffe Derma contribuisce a migliorare l’aspetto della pelle ipercheratosica, con prodotti specifici per ogni esigenza.

✳️ Dermosile® 13 è formulato con ingredienti lenitivi quali bisabololo e allantoina. Contiene urea al 13%, che associa una proprietà idratante a un’azione esfoliante non troppo pronunciata.

  • Ideale per ipercheratosi che si sviluppano su ampie superfici. Grazie all’aggiunta di alfa-idrossiacidi (dotati di effetto esfoliante), contribuisce a ridurre i segni estesi della psoriasi e della cheratosi pilare.

✳️ Dermosile® 50 presenta urea al 50%. Contiene inoltre acido salicilico, per una spiccata azione cheratolitica.

  • Particolarmente utile nelle zone localizzate con ipercheratosi marcata.

✳️ Dermosile® 50 FORTE possiede la stessa composizione di Dermosile® 50, ma con in più un post-biotico, il Bacillus ferment, capace di degradare i legami proteici tra i corneociti, facilitandone la rimozione.

  • Per ispessimenti severi e resistenti.

Conclusione

Trattare correttamente le ipercheratosi non è solo una questione estetica, ma anche di benessere e qualità della vita. L’urea è un alleato prezioso, capace di idratare e levigare, a seconda della concentrazione scelta.

Scopri di più sulla linea Dermosile: https://www.cieffederma.it/it/130-dermosile

Bibliografia:

Fiorillo G, Ibba L, Gargiulo L, Narcisi A, Costanzo A, Valenti M. Effectiveness and Safety of Biological Therapies in Very Severe Plaque Psoriasis: A Real-Life Retrospective Study. J Pers Med. 2024 Feb 7;14(2):186.

Gutiérrez-Cerrajero C, Sprecher E, Paller AS, Akiyama M, Mazereeuw-Hautier J, Hernández-Martín A, González-Sarmiento R. Ichthyosis. Nat Rev Dis Primers. 2023 Jan 19;9(1):2.

Wang MA, Wilson A, Murrell DF. A Review of the Scoring and Assessment of Keratosis Pilaris. Skin Appendage Disord. 2023 Aug;9(4):241-251. doi: 10.1159/000529487. Epub 2023 Apr 20.

Celleno L. Topical urea in skincare: A review. Dermatol Ther. 2018 Nov;31(6):e12690.

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